La Valle dei Templi

La Valle dei Templi è un'area archeologica della Sicilia caratterizzata dall'eccezionale stato di conservazione e da una serie di importanti templi dorici del periodo ellenico. Corrisponde all'antica Akragas, monumentale nucleo originario della città di Agrigento. Dal 1997 l'intera zona è stata inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità redatta dall'UNESCO. È considerata un'ambita meta turistica, oltre ad essere il simbolo della città e uno dei principali di tutta l'isola. Il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi misura circa 1300 ettari. Nel 2011 è stata visitata da 583.465 visitatori.

La Valle dei Templi è caratterizzata dai resti di ben dieci templi in ordine dorico, tre santuari, una grande concentrazione di necropoli (Montelusa; Mosè; Pezzino; necropoli romana e tomba di Terone; Paleocristiana; Acrosoli); Opere idrauliche (giardino della Kolymbetra e gli Ipogei); fortificazioni; parte di un quartiere ellenistico romano costruito su pianta greca; due importanti luoghi di riunione: l'Agorà inferiore (non lontano dai resti del tempio di Zeus olimpio) e l'Agorà superiore (che si trova all'interno del complesso museale); un Olympeion e un Bouleuterion (sala del consiglio) di epoca romana su pianta greca. Le denominazioni dei templi e le relative identificazioni, tranne quella dell'Olympeion, si presumono essere pure speculazioni umanistiche, che sono però rimaste nell'uso comune.

Inoltre all'interno della stessa valle è possibile visitare il Giardino della Kolymbetra (termine greco che indica un tipo di piscina utilizzata in età romana per giochi acquatici) è un sito archeologico di grande rilevanza naturalistica e paesaggistica, ubicato in una piccola valle nel cuore della Valle dei Templi ad Agrigento. Nel 1999 è stato affidato al Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI), in concessione gratuita dalla Regione Siciliana, per un periodo di 25 anni, divenendo uno dei luoghi di interesse archeologico/naturalistico di grande importanza a livello territoriale e nazionale, ponendo fine così alla situazione di abbandono che si era creata negli ultimi decenni del Novecento. Il restauro vegetazionale e strutturale organizzato dal FAI ha inoltre permesso la scoperta di alcuni ipogei.